Santuario della Scala Santa e Cappella del Sancta Sanctorum (San Lorenzo in Palatio)

Piazza di San Giovanni in Laterano 14. (Apri Mappa)
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Descrizione

Il complesso edilizio sorge presso la Basilica di San Giovanni in Laterano e custodisce la preziosa cappella dei Papi detta Sancta Sanctorum, ove si venera l'immagine del Santissimo Salvatore. La Scala Santa deve il suo nome ai 28 gradini che conducono alla cappella e che si salgono in ginocchio per venerazione alla Passione di Gesù.

LA SCALA SANTA
Secondo un’antica tradizione cristiana l'imperatrice Sant'Elena nel 326 fece trasportare a Roma dal pretorio di Pilato in Gerusalemme la Scala più volte salita da Gesù il giorno della sua condanna a morte. Per questo fu chiamata Scala Pilati o Scala Sancta. Le prime testimonianze scritte di questa insigne memoria della Passione sono in un passo del Liber Pontificalis del tempo di Sergio II (844/847) ed in una Bolla di Pasquale II (1099/1119).
È certo che era situata nel Patriarchium, o complesso dei Palazzi Lateranensi, antica sede dei Papi, e che Sisto V nel 1589 la fece collocare, davanti alla cappella papale dove poi è rimasta formando l'attuale unico edificio. Pio IX (1846 1878) ne curò i restauri e promosse il culto della grande reliquia costruendo l'attiguo convento, che il 24 febbraio 1853 affidò ai religiosi Passionisti. Il Pontefice, associandosi ad una moltitudine di Santi e personaggi illustri che l'avevano preceduto, più volte salì la Scala Santa in ginocchio, fino al 19 settembre 1870 vigilia della presa di Roma e della sua volontaria reclusione in Vaticano.
Il Santuario, facendo parte del Laterano, è compreso fra i beni della S. Sede e - secondo i Patti del 1929 - gode pieno diritto di extraterritorialità.

LA CAPPELLA DEL “SANCTA SANCTORUM”
È la stupenda cappella davanti alla quale il pellegrino, raggiunto l'ultimo gradino della Scala Santa, può pregare attraverso la massiccia inferriata che la protegge.
Secondo gli storici del medioevo, era “il più venerato santuario di Roma”. Fu l'oratorio privato del Papi fino al periodo del Rinascimento; rimasto a testimoniare lo splendore dell'antico Patriarchìo ed un millennio di storia del pontificato romano.
Se ne ignora il fondatore. In origine era dedicato a San Lorenzo e dal secolo IX, per molte e veneratissime reliquie di Santi ivi custodite, cominciò a chiamarsi Sancta Sanctorum.
Se ne legge il primo cenno nel Liber Pontificalis, sotto Stefano III (†772), e le testimonianze si moltiplicano dal Mille in poi, specie a proposito della liturgia della Settimana Santa e della presa di possesso dei Papi al Laterano.
Gregorio IV (†844) fece costruire presso la cappella un appartamento privato per recarvisi a pregare più comodamente e provvedere all'officiatura dei chierici di Curia.
I Papi gareggiarono nel curarne abbellimenti e restauri. Si distinsero Leone III (†816), Innocenzo III (†1216), Onorio III (†1227), e specialmente Niccolò III (†1280), cui dobbiamo la sistemazione attuale della cappella.
Sotto di lui furono eseguiti gli affreschi attribuiti alla scuola romana del XIII secolo, l'ultimazione del mosaico sopra l'altare ed il pavimento cosmatesco.
A Callisto III (†1458) risale il robusto muro di rinforzo della parte posteriore. Provvidenzialmente, la cappella non subì gravi danni durante il Sacco di Roma (1527), e i lavori di Sisto V lasciarono inalterata la fisionomia del Sancta Sanctorum.

L'IMMAGINE ACHEROPÌTA
Ciò che di più antico e celebre si conserva nel Sancta Sanctorum è l'immagine del Santissimo Salvatore detta anche Acheropìta (non dipinta da mano d'uomo). È posta sulla parete dietro l'altare e spesso, nei documenti, dà il nome alla cappella. Dipinta su legno, essa rappresenta il Salvatore seduto in trono con la mano destra benedicente e con il rotolo del Vangelo nella sinistra.
Se ne ignora l'origine. Nel secolo VIII era già tanto venerata che Papa Stefano II (†757), secondo il Liber Pontificalis, per scongiurare il pericolo dell'invasione dei Longobardi condotti da Astolfo (753), la portò in processione sulle proprie spalle.
Non meno solenne la festa con cui fin da quei tempi, il 15 agosto d'ogni anno, soleva onorarsi secondo il costume delle antiche processioni romane.
L'Acheropíta subì ritocchi e restauri sotto Giovanni X (†928), Alessandro III (†1181) e Innocenzo III (†1216). Il volto del Salvatore, quale ora appare, è quello riprodotto sopra un tessuto di seta applicato all'originale durante il secondo restauro. Innocenzo III fece rivestire il dipinto (eccetto la testa) con una lastra istoriata d'argento dorato.
Qualunque ne sia l'origine, la storia dell'icona è legata all'ultramillenaria devozione del popolo romano: essa è tra le più venerande che la fede dei padri ci abbia conservato.

IL TESORO E LE SACRE RELIQUIE
Sotto l'altare papale, protetti da un'enorme gabbia di ferro, si aprono i due sportelli di bronzo (con bassorilievi e iscrizioni del secolo XIII), che coprono l'arca di cipresso fatta eseguire da Leone III e contenente il tesoro e le reliquie del Sancta Sanctorum.
Non era stata più aperta dal 1521 quando, nel 1902, il P. F. Jubaru S. J. ottenne l'autorizzazione di esaminare il capo di Sant'Agnese ivi conservato. Nel 1905 il p. H. Grisar, suo confratello, poté nuovamente aprirla ed esaminare la splendida raccolta dei reliquiari d'oro, d'argento, d'avorio, di legno pregiato: teche, croci, pissidi, tessuti, ricami, pergamene, miniature, smalti... di valore incalcolabile; un vero tesoro. I reliquiari furono trasferiti nel Museo Sacro e Cristiano della Biblioteca Vaticana.
Molte sono le reliquie - alcune delle quali insigni - che ancora rimangono sotto l’altare e nelle due finestrelle superiori. Per alcuni secoli qui si conservarono anche le teste dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo, che Papa Urbano V (†1370) fece trasportare sopra l'altare maggiore nella Basilica di San Giovanni in Laterano.

INDULGENZE
Secondo il più recente decreto della S. Penitenzeria, “tutti i fedeli che, meditando la Passione di Gesù Cristo, saliranno la Scala Santa o una delle due scale laterali, possono acquistare:
• L’indulgenza plenaria ogni venerdì del tempo di Quaresima e di Passione e in un giorno qualunque dell'anno, scelto dallo stesso fedele, se si saranno confessati e avranno ricevuto la comunione e avranno inoltre recitato una preghiera (anche un Pater, Ave e Gloria) secondo l'intenzione del Sommo Pontefice.
• L'indulgenza parziale ogni giorno dell'anno, se compiranno questa pia pratica con cuore contrito”.