Palazzo Sora

Corso Vittorio Emanuele II 217. (Apri Mappa)
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Descrizione

Il palazzo fu fatto costruire nel XV secolo dal Conte di Lavagna Urbano Fieschi, e inseguito ampliato dal fratello Nicola. L’edificio originario era a tre piani ed era fiancheggiato da due torri, come si può vedere nella pianta del Tempesta. 

Venduto ai Savelli, fu acquistato nel 1579 da papa Gregorio XIII (1572-1585), appartenente alla famiglia bolognese dei Boncompagni Duchi di Sora; da qui il nome attribuito al palazzo. 

Durante il XVII secolo fu importante sede della vita mondana e intellettuale romana, e nel Settecento ospitò l’Accademia dei Quiriti. 

Durante l’Ottocento fu adibito a caserma di Cavalleria. Divenuto proprietà dello Stato Italiano, nel 1889, in seguito ai lavori eseguiti per l’apertura del Corso Vittorio Emanuele II, la facciata principale fu demolita e ricostruita in posizione arretrata lungo la nuova arteria, in forme identiche alle originali. Una parte dell’edificio più antico si è conservata su vicolo Savelli. 

Nel 1892 il palazzo divenne di proprietà del Comune di Roma, e fu dapprima destinato a sede del Liceo “T. Mamiani”, in seguito dell’Istituto Tecnico Commerciale “V. Gioberti”.
La facciata su Corso Vittorio presenta due piani e una sopraelevazione novecentesca. Al piano terra vi è un portale ad arco con architrave e lesene ai lati, e dieci finestre con cornice ad arco ed inferriate con sottostanti finestrelle. 

Al primo piano sono undici finestre con lesene doriche ai lati e soprastanti timpani triangolari e arcuati alternati; al secondo piano le finestre presentano un semplice riquadro e una piccola architrave. 

La facciata su via Sora, che conserva in parte l’aspetto originario quattrocentesco, ha lo stesso aspetto di quella su Corso Vittorio, con otto finestre arcuate a pianterreno, delle quali la prima a sinistra inquadrata come portale, e nove finestre al primo piano. 

Il cortile interno presenta delle arcate nei lati lunghi e un’arcata tra due aperture rettangolari su quelli corti.