Area Sacra di Largo Argentina

Via di San Nicola de Cesarini. (Apri Mappa)
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Descrizione

Il complesso dell’Area Sacra di Largo Argentina è compreso tra Via Florida, Via di San Nicola de’ Cesarini, Via di Torre Argentina e Largo Argentina. Nell’area si trovano quattro templi di età repubblicana, scoperti durante i lavori eseguiti nella zona tra il 1926 ed il 1928. Questi antichi edifici, dalla incerta identificazione, vengono indicati convenzionalmente con le prime lettere dell’alfabeto A-B-C-D. Di fronte ai templi si trovava un portico, ora in parte visibile sotto le moderne scale d’ingresso all’area, identificato come Porticus Minucia Frumentaria ovvero il luogo dove avvenivano le distribuzioni gratuite di grano al popolo romano. Tutta l’area si estende su lastricato di travertino risalente all’epoca dell’imperatore Domiziano (81-96 d.C.).
Il più antico dei quattro templi è il tempio C, il terzo dal lato nord (lato di Largo Argentina). Risalente agli inizi del III secolo a.C., si tratta sicuramente del tempio di Feronia, divinità italica originaria della Sabina, edificato da Curio Dentato dopo la vittoria sui Sabini nel 290 a.C.
Segue cronologicamente il tempio A, il primo sul lato nord, databile alla metà del III secolo a.C. L’edificio ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli, fino ad essere inglobato nella Chiesa di San Nicola de’ Calcarario nel Medio Evo. Si tratta probabilmente del tempio di Giunone Curitis o di quello di Giuturna. Di fianco al tempio, sul lato nord, sono visibili i resti del grande portico detto Hecatostylon (delle cento colonne) con il quale l’area sacra confinava. Dietro al tempio A sono i resti di una latrina pubblica, appartenente al complesso del vicino portico di Pompeo (oggi non visibile). Di quest’ultimo faceva parte anche l’esedra quadrangolare posta tra i templi C e B, identificata con la Curia del Teatro di Pompeo, dove nel 44 a.C. fu ucciso Giulio Cesare.
Successivamente, agli inizi del II secolo a.C., venne edificato il tempio D. Identificato conil tempio dei Lari Permarini o delle Ninfe, oggi è in parte coperto da Via Florida.
L’ultimo tempio, il tempio B, costruito alla fine del II secolo a.C., era dedicato probabilmente alla “Fortuna del giorno presente” (Fortuna huiusce diei). Accanto ad esso fu rinvenuta una statua, con parti di marmo, bronzo e materiale prezioso, di divinità femminile, probabilmente la statua di culto del tempio. Dietro i templi A e B, si trovano alcuni ambienti, databili alla prima metà del I secolo d.C., ritenuti gli uffici dell’amministrazione delle acque di Roma (Statio acquarum). Agli inizi del VI secolo d.C. l’area subì profonde trasformazioni, di cui purtroppo gli scavi degli anni Trenta hanno cancellato quasi del tutto le tracce. Probabilmente, sulle strutture dei templi sorse in epoca medievale un monastero fondato dal filosofo Severino Boezio, il cui refettorio sarebbe riconoscibile oggi nella grande sala rettangolare posta di fronte al tempio A. Tra l’VIII ed il IX secolo, l’area fu occupata da edifici, probabilmente residenze di famiglie nobili, e da una chiesa, costruita all’interno del tempio A, della quale sono ancora conservati gli affreschi nell’abside ed un altare del XII secolo. La chiesa fu denominata San Nicola de’ Calcarario, per la presenza nella zona di numerosi forni per fabbricazione della calce, nel 1611 venne dedicata a San Nicola dei Cesarini e negli anni Venti venne demolita.
Unico monumento superstite della fase medievale è la Torre del Papito, posta di fronte altempio D.